La situazione mi sta sfuggendo di mano: lo ammetto, ho una
DIPENDENZA.
A dirla tutta, non mi sarei mai accorta di avere un 'problema' se la mia coinquilina Alessandra non me l'avesse fatto notare con un certo imbarazzo dopo avermi sentita parlare da sola nel salotto.
Oh, sia chiaro, non è che sono impazzita.
Non ero proprio sola. Stavo...diciamo...parlando ad alta voce...con i miei...campioncini.
Da dove comincio? Tutto è iniziato un po' per caso, un po' per necessità. Da pochi anni a questa parte, le riviste femminili inseriscono nelle loro pagine campioncini di cremine meravigliose e fondotinta. Ovviamente, li ho sempre custoditi con cura e usati a tempo debito.
Il fatto è che col tempo ho cominciato a desiderarne sempre di più, ad accumularli, a sognarli la notte. Sogno di tuffarmi in una stanza con montagne di campioncini così come Zio Paperone si tuffava di testa tra le sue monete.
Ma in fin dei conti, come si fa a non amarli? Già il nome...campionicini...è così vincente!
Pensateci. Sono comodissimi in caso di brevi viaggi, le mini-dosi fanno risparmiare un sacco di spazio. E poi, non ci si annoia mai con la stessa crema, o lo stesso bagnoschiuma. Profumi e consistenze sempre nuove.
Essere campioncini-dipendente è un lavoro. Mi sono organizzata così.
Fonte primaria:
il mio pusher G.Tarantino, altrimenti detto il farmacista di Ripa di Porta Ticinese. Pivelli che siete, scommetto che non sapete che quasi tutti i farmacisti hanno nel retro bottega VALANGHE di bendiddio. L'adorato Tarantino ha una vera e propria Stanza dei Campioncini, alla quale, ahinoi, hanno accesso pochi eletti.
Ho affinato una tecnica infallibile. Entro in farmacia con boccuccia corrucciata, dico che sono un po' triste, che gli uomini non mi capiscono e che avrei proprio bisogno di coccolarmi un po'. A quel punto Tarantino mi indica col ditino la porticina magica. Non me lo faccio dire due volte. Mi ci fiondo come Dan Harrow sul cestino del cibo all'Isola dei Famosi. E riempio la borsa di tutto ciò che mi capita sottomano. Ho poco tempo, non voglio che pensi che sono avida. Per questo non posso scegliere.
A casa, poi, passo in rassegna la mercanzia. Raccatto una media di 50 campioncini a raid. A volte, a malincuore, sono costretta a cedere qualcosa. Per esigenze di spazio, ho dovuto liberarmi dei campioncini di dopobarba e di pasta per la dentiera. I sieri anti età da uomo sono in stand by.
All'inizio, tenevo i miei piccoli tesori in una borsina delle spesa Esselunga gialla, che mi trascinavo per casa come la coperta di Linus. Poi, siccome l'Alessandra mi dava della barbona, li ho messi tutti in un cesto di vimini bianco che ho posizionato ai piedi del letto, così, se fatico a prendere sonno, ci caccio la mano dentro e mi trastullo un po'.
A un certo punto la mia 'collezione' è cresciuta esponenzialmente, e così, quando Babbo Natale (sempre l'Alessandra) mi ha chiesto cosa volessi come regalo, ho pensato a una genialata: un mega contenitore a scomparti di Muji.
Ragazzi, mi è cambiata la vita. Ho catalogato tutti i campioncini suddividendoli per finalità. Ora mi basta aprire i cassetti per scegliermi al volo il contorno occhi o la crema viso più adatta a seconda del tempo.
Certo, la situazione non è risolta al 100%. Purtroppo a volte le aziende mi fanno dei campioncini ibridi, e lì è un casino perchè non so dove inserirli. Sono stata costretta a creare una categoria di 'mixed' che non mi dà soddisfazione. Ma tant'è.
Ah, giusto, dimenticavo le fonti secondarie.
Le
riviste, alla fine, con un campioncino solo mi aprono il chakra. Bisogna puntare sui negozi, sulle
profumerie. Se non ho niente da acquistare, io entro comunque, e con piglio sicuro. Fingo di stupirmi davanti alle novità di prodotto come Laurenti quando vede Madre Natura. Nei casi più ostici abbozzo anche una mezza sindrome di Stendhal. Dopo essermi sorbita la pappardella della commessa, che a quel punto si convince di avere tra le mani una gallina da spennare, chiedo con nonchalance un paio di campioni prova perchè, siccome ho la pelle molto delicata, voglio essere sicura di prendere il prodotto giusto. A quel punto non può dirmi di no.
La parte più difficile è ostentare una certa indifferenza quando la poveretta mi mette tra le mani i campioncini.
Più volte ho rischiato di far saltare la copertura di 'donna tutta un pezzo' per un improvviso rigolo di bava alla vista di un siero rimpolpante Dior o di un Estee Lauder Advanced Night Repair in formato mini. Con l'esperienza ho imparato a controllarmi e ad aspettare di aver girato l'angolo della strada per fare la òla da sola.
Ho dimenticato qualcosa? Ah, sì. Se digitate su google 'campioncini' gratis o omaggio, vi vengono segnalati i siti di aziende magnanime che ve ne inviano alcuni. Ovviamente, in preda a un raptus ho scritto a tutte senza distinzioni fornendo l'indirizzo di casa dei miei. Ogni tanto arriva qualcosa, dal mangime per gli uccelli al Gourmet Diamant per gatti, dal carbone vegetale all'ananas brucia grassi. La settimana scorsa mi sono arrivati dei pannolini Tena da uomo per l'incontinenza.
Ultima spiaggia, un giorno in cui ero particolarmente a corto, ho lanciato un appello su Facebook: "Adoro i campioncini, mandatemeli!". Due o tre ragazzi hanno risposto all'accorata richiesta inviandomi molto carinamente delle buste-sorpresa piene di cremine.
Insomma, questo è tutto. Avrei molti altri aneddoti, ma mi sono già sputt...ehm, scoperta abbastanza. Farò una Part II parlando delll'incubo della scadenza, o della delusione del campioncino mezzo vuoto.
In fondo, al mondo ci sono dipendenze peggiori. Non fumo, ad esempio. Bevo quasi sempre moderatamente. So dire NO alla Nutella.
Se qualche volta parlo con i miei campoincini... non è così grave. No?
Vado a dormire. Ora che ci penso, qui a casa dei miei, non ho un contenitore per campioncini.
Va bene che ci sto poco, ma è una follia. Domani vado da Zara Home.