Bene, dal dottor S. non ci sono più andata (metti in nota nella lista dei 'to do' con priorità > alta).
Allora, dicevo...riprendo in mano la 'situation' (e questo è un termine che mi ha inculcato Olen, violinista eccezionale...chissà se mai leggerà questo blog), ovviamente perchè mi serve una valvola di sfogo e visto che 'sta roba non la legge quasi nessuno se non gli amici più cari, mi accingo a intavolare un bel pippone paranoico su una questione da cui sono ASSILLATA.
Il problema è uno e trino: io, lui e la EX.
E' possibile che ogni volta, ma dico ogni volta che inizio a uscire con un ragazzo, dopo al massimo 10 giorni mi piombi dritto sul collo il falco della Gargamella in questione?
E mi va sempre e comunque male.
Casistica:
- Lui mi dice di non essere fidanzato e poi scopro che...CONVIVE! (eh, beh, certo, ho sbagliato io, gli dovevo chiedere espressamente se conviveva, non se era fidanzato...)
- Lui mi dice che praticamente con la sua ragazza non ci sta più, che è questione di giorni, ma che deve andarci cauto perchè altrimenti lei si butta sotto un treno (e mentre aspetto alla stazione che passi il MIO treno, rischio di entrare in menopausa)
- E qui entrano in gioco le vere ex, non le presunte. Lui mi dice che si sono lasciati da poco, che lei è una stronza, e che io gli piaccio taaaanto (ma proprio taaanto). Certo, vuole vivere la storia un po' alla giornata, questo è comprensibile, ma è assolutamente aperto all'amore.
Dopo 20 giorni mi dice: "Non sono pronto per una storia, non sono pronto per uscire con te, sono ancora innamorato della mia ex".
...Ma non era quella stronza egoista....quella che non faceva proprio per te, e finalmente l'avevi capito e stavi bene ed eri contento (con me, che sono "simpatica, piacevole, bella, intelligente...bla bla bla...")?
L'aspetto più beffardo di tutte queste storie è che poi quasi tutti si pentono e tornano sui loro passi, ma per me è troppo tardi. Ormai non li voglio più.
Io la parola EX non la posso più sentire. Mi fa venire la psoriasi, la pellagra, la sifilide. Mi scatta un tentennamento autistico-isolante e mi rinchiudo nel mio mondo fatato popolato solo di elfi eununchi.
Anche quando vedo la parola 'EXIT' già mi innervosisco. Non esco. Per ripicca. Mi devono portar fuori di peso.
L'altra sera, cercando invano una strada illuminante, ho noleggiato con la compare Alessandra il film 'La verità è che non gli piaci abbastanza', vivamente consigliatomi dalle mie colleghe tutte felicemente fidanzate. Ho comprato anche il libro, per essere sicura di non perdermi una virgola.
Devo dire che la prima parte del film mi ha galvanizzata. "Io posso trovare di meglio. Non perderò altro tempo con te!", stava per diventare il mio motto a pugno chiuso. A ripeterlo, sembra quasi un comandamento. Ero già in procinto di organizzare una corteo (pacifico) nel centro di Milano di donne perseguitate dal fantasma delle ex.
Ma, disgraziatamente, nella seconda parte, il film mi è scivolato verso uno scandaloso happy ending ricordando a tutte le donne che esistono le eccezioni, un po' come dice l'amica di Julia Roberts in quel pilastro di romanticismo che è 'Pretty Woman'..."Quella gran culo di Cenerentola!".
Il risultato? Tutto vanificato. Nullo. Perchè io penserò sempre di essere un'eccezione. So che mi capiterà qualcosa di bello e imprevedibile. Continuerò a vivere, soffrire, amare, sperare.
E sapete che vi dico? Avevo già programmato una serata divano-copertina di Linus-cioccolato Lindt-dvd, ma quasi quasi...Exco! Non si sa mai... ;)